Il Popolo della Famiglia di Roma: “I primi esperti dei bisogni dei disabili sono i loro familiari, ma lo Stato spesso non li aiuta”
“Nel 2018 sono quasi 13 milioni le persone tra i 18 e i 64 anni che si prendono cura dei figli minori di 15 anni o di parenti malati, disabili e anziani”. È quanto pubblicato recentemente dall’Istat nella rilevazione sulle forze di Lavoro nel 2018. «Essere impegnati in un’attività lavorativa e allo stesso tempo doversi occupare di figli piccoli o parenti non autosufficienti comporta molto spesso la difficoltà di conciliare i tempi da dedicare al lavoro e alla famiglia, e talvolta ci si scontra con la burocrazia che non aiuta le famiglie» affermano dal Popolo della Famiglia di Roma «La persona disabile o il familiare sono i primi esperti dei loro bisogni e delle risposte adatte a soddisfarli. Occorre fare un quadro della qualità dei servizi erogati in ambito ospedaliero, nei Centri Residenziali e Semiresidenziali e sull’assistenza domiciliare perché solo un servizio di qualità e una programmazione adeguata ed omogenea nei vari ambiti regionali, provinciali e comunali permette al familiare una migliore assistenza e aiuta a prevenire lo stress psicofisico dell’assistenza continua a un congiunto non autosufficiente» prosegue ancora il PdF di Roma «Il tema delle persone con disabilità e la Famiglia dev’essere centrale nelle politiche del Governo. È per questo che il Popolo della Famiglia chiede che nella Legge Finanziaria ora in discussione, vengano stanziati ed aumentati i fondi per sostenere realmente le persone in difficoltà e le loro famiglie» lo dichiara Nicola Di Matteo, coordinatore nazionale del PdF. «Basti pensare alla mobilità che in tante realtà locali si traduce troppo spesso “in percorso ad ostacoli” per le persone con disabilità. Ora ci attendiamo finalmente che nella legge finanziaria, secondo con quanto annunciato nel programma del Governo Conte-bis, l’aiuto ai non autosufficienti, la mobilità, l’accessibilità e i servizi di trasporto pubblico per le persone con disabilità siano riconosciute non solo a parole, ma anche stanziando i fondi opportuni. Sono le famiglie le prime a soffrire di carenze nei servizi a favore dei propri congiunti. Sono le famiglie le prime che si incaricano di supplire al mancato aiuto delle amministrazioni locali che si lamentano per la mancanza di fondi. Sono le famiglie che troppo spesso si trovano a combattere contro burocrazia e disservizi pubblici e maleducazione privata» prosegue Nicola Di Matteo. «Bene ha fatto recentemente la Corte di Cassazione a stabilire che parcheggiare in un posto riservato ai disabili è reato penale, ma dal Governo ci aspettiamo l’impegno concreto di aiutare e sostenere economicamente quanti portatori di diritti e di dignità non possono essere lasciati indietro. Occorre sensibilizzare i cittadini, sulla cultura del rispetto e della dignità dei disabili.» «Ma permettetemi di ricordare» conclude amaramente Nicola Di Matteo «le tante promesse disattese, finanziamenti inadeguati o rinviati nel tempo a favore di malati e disabili. Perché nel dibattito pubblico, politico e parlamentare questo tema, come quello della Famiglia viene spesso citato sbandierato, proclamato ed utilizzato, ma raramente e seriamente affrontato in termini legislativi ed economici. Non basta l’istituzione di un fondo denominato “Fondo per la disabilità e non autosufficienza”, con una dotazione di 50 milioni di euro, perché senza “appositi provvedimenti normativi” queste risorse sono allocate ma non realmente spendibili. Milioni di persone con disabilità, malati non autosufficienti e le loro famiglie aspettano risposte certe, in termini di politiche e servizi.»
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