“Condannare un disabile, così come chiunque altro, a morire di fame e di sete è un atto incivile e barbaro, mentre le tv e i media continuano falsamente a parlare di spine staccate e cure sospese”. E’ quanto ha dichiarato Nicola Di Matteo, coordinatore nazionale del Popolo della Famiglia, in riferimento all’annuncio dell’imminente avvio della procedura per interrompere i trattamenti a Vincent Lambert, ricoverato presso l’ospedale Chu Sèbastopol di Reims in Francia.

“Almeno ai tempi della ghigliottina la morte era veloce e indolore”, ha continuato Di Matteo, “nemmeno al peggiore dei delinquenti si augurerebbe di morire di fame e di sete. E Vincent non ha alcuna colpa se non quella di essere un peso e un costo per lo Stato. Il prossimo 24 settembre, anche in Italia la Cassazione deciderà se depenalizzare o no l’articolo 580 del codice penale, nel quale si contempla il reato di istigazione o aiuto al suicidio. Invito a questo proposito i parlamentari che si definiscono Cattolici a presentare in Parlamento un emendamento che confermi la validità del suddetto articolo e ad evitare che si compia il primo passo verso l’apertura  delle porte all’eutanasia, che porterebbe inevitabilmente ad avere molti Vincent Lambert anche in Italia”.

“Il Popolo della Famiglia”, ha concluso Di Matteo, “esprime la sua indignazione verso questa ignobile condanna a morte, e la sua vicinanza a Vincent e ai suoi genitori. Non possiamo cambiare la sentenza, ma nessuno ci impedirà di urlare la nostra rabbia e il nostro dissenso per questa ingiustizia!”.


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