Il Popolo della Famiglia Puglia risponde all’’assessora al Welfare Francesca Bottalico e alla giunta del Comune di bari che in questi giorni ha approvato il “PAC – Piano di azione cittadino di contrasto alle discriminazioni e violenze omotransfobiche”. Fanizzi Mirco, coordinatore Regionale  del Popolo della Famiglia Puglia afferma: “Un Comune come quello di Bari che, in queste giornate di estrema preoccupazione per milioni di famiglie italiane, approva delle misure per una inesistente emergenza legata ad una presunta omotransfobia che nel Paese non c’è, è già oltre la soglia del ridicolo” Bari così come tutti i comuni italiani ha altre emergenze. La prima è il sostegno alla famiglia, che sta tenendo in piedi il tessuto sociale dell’Italia che altrimenti sarebbe andato in mille pezzi. I bisogni di giovani, anziani, disoccupati, inoccupati, commercianti, artigiani, disabili, professionisti in crisi trovano come unica vera risposta la rete della solidarietà familiare.

La manovra economica fa slittare al 1 luglio 2021 l’assegno per il figlio, senza indicare importi e annunciandolo come collegato all’Isee. Temiamo fortemente che, in una famiglia modesta con mamma e papà impiegati, questo comporterà un peggioramento delle condizioni, vista la cancellazione di ogni bonus e detrazione, farebbe bene il Sindaco De Caro – continua Fanizzi – “ad occuparsi dei bisogni reali e concreti delle famiglie, attivando sul territorio barese il quoziente familiare e il reddito di maternità, così come Il benemerito Comune di Iseo ha già fatto andando a sostenere per 18 mesi le donne come sostegno alla maternità per assicurare il diritto a nascere ed evitare gli aborti“; conclude il Coordinatore Nazionale del Popolo della Famiglia Nicola Di Matteo: “E’ un modo totalmente insensato di stabilire le priorità, che descrive come necessarie solo le misure che servono ad oliare le proprie lobby LGBT di riferimento; lobby peraltro già abbondantemente finanziata da fondi pubblici (basti pensare ai sostanziosi sostegni che l’Unar riserva in esclusiva alle persone transgender per avviare nuove attività imprenditoriali) nonostante rappresenti una percentuale infima della popolazione (poche migliaia di coppie civilunite, a fronte di milioni e milioni di famiglie). Le vere discriminazioni sono queste, che il sindaco De Caro non fa che amplificare”


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