Noi stiamo con tutti quelli che cercano il Cielo. La vera intolleranza è la cristianofobia

Premesso che l’intervista rilasciata dal presidente dell’Arci gay di Messina, Rosario Duca, è palesemente mirata a colpire, senza giusta causa, Il Popolo della Famiglia e, con esso, il candidato a sindaco di Messina, Prof. Placido Bramanti, a nome di tutto il Movimento politico da noi rappresentato, nonché a difesa del candidato sindaco del centrodestra, intendiamo esprimere disapprovazione nei confronti di una manifesta calunnia ai danni di liberi cittadini che – al pari di altri – intendono partecipare alle elezioni amministrative del 10 giugno p.v., portando avanti il proprio programma, che si ispira alla dottrina sociale della Chiesa Cattolica.

I candidati del Popolo della Famiglia sono tutti cristiani battezzati della Chiesa Cattolica e, come tali, intendono veicolare i principi della sana dottrina e difendere le radici cristiane su cui si fonda il popolo italiano e la nostra nazione. Ecco perché, di fronte alle accuse indebite del presidente Rosario Duca abbiamo l’obbligo morale di difendere non solo noi candidati, ma tutto il Popolo della Famiglia, sfatando il pregiudizio che, in chiara malafede, si è formato e diffuso intorno ad un’inesistente omofobia all’interno del Popolo della Famiglia.

Oggi assistiamo ad un costante ricatto emotivo da parte delle persone che vivono problemi con la propria omosessualità. Il ricatto è il seguente: Se non mi accetti come sono, non mi vuoi bene; quindi, sei omofobo. In verità, amare una persona che prova attrazione verso lo stesso sesso non significa avallare le sue convinzioni, bensì stargli vicini nell’amicizia ed annunciargli la verità, proposta e non imposta. Un esempio eclatante di intimidazione, spinta fino al boicottaggio, nei confronti, però, di una coppia omosessuale, è quello notorio subito dagli stilisti Dolce&Gabbana, a causa delle dichiarazioni fatte in merito alla famiglia classica, al matrimonio gay, alla fecondazione assistita e all’utero in affitto, in netto contrasto rispetto alla propaganda genderista e al pensiero unico dei gruppi omosessuali organizzati. Neppure il fatto di essere gay li ha salvati dalla “bastonatura”, da parte di chi – come loro – si dichiara gay. OMOFOBI ANCHE LORO?

Come se non bastasse, va rilevata un’altra paradossale incongruenza da parte dell’Arci gay, che tra i primi punti del proprio Statuto pone il rifiuto di ogni discriminazione e di ogni totalitarismo, escludendo però dal novero dei diritti da difendere quelli degli eterosessuali e di chi crede nel vincolo della fedeltà. In tal modo opera la discriminazione che dice di voler combattere!

Premesso ciò, con determinazione e veemenza, intendiamo pacificamente contestare l’ignobile etichetta che l’Arci gay, nella persona del suo presidente, affibbia al Popolo della Famiglia, descrivendolo come un covo di omofobi, che dell’omofobia ne fa una bandiera (sue testuali parole). E, per farlo, prendiamo a prestito le autorevoli parole del prefetto emerito per la Congregazione della dottrina della Chiesa, massima autorità quanto alla Dottrina, il Cardinale Muller, in un’intervista rilasciata alla giornalista Costanza Miriano.

Il Cardinale così dichiara: “L’omofobia, semplicemente, non esiste. È un’invenzione e uno strumento del nuovo totalitarismo oggi dominante, per controllare la mente di tutti. Seguendo lo schema marxista, secondo cui non è la realtà a costruire il pensiero, ma è il pensiero che costruisce la realtà, il movimento omosessualista sta cercando di costruire una sua realtà, imponendo la propria ideologia. Chi non accetta questa realtà dev’essere considerato omofobo.

In realtà, l’omofobia è un inganno che serve a minacciare la gente, facendo terrorismo psicologico, grazie all’ignoranza dilagante. Ma noi cristiani, come i primi seguaci di Cristo, che hanno sacrificato la propria vita per non rinnegare Cristo, Via-Verità e Vita, non dobbiamo avere paura delle minacce.

Noi siamo quelli che, con la grazia di Dio, cercano di amare tutte le persone, comprese quelle che provano attrazione verso lo stesso sesso. Tuttavia, amare non significa obbedire alla propaganda genderista”.

A tal proposito, consigliamo al Sig. DUCA di leggere il libro di Mattson, “che dedica un intero capitolo a smontare le parole della propaganda ( a cominciare dal titolo: “Perché non mi definisco gay”). La sua storia mostra come questa ideologia sia forte ed eserciti una grande pressione nei confronti di tutti coloro che, per diverse cause, hanno problemi con la propria sessualità, e che la realtà è una sola: Esistono due sessi e si è o solo uomo o solo donna”. Tutto il resto è frutto di interpretazioni del tutto arbitrarie e prive di fondamenti scientifici.

Mattson afferma: <Io non voglio definirmi gay>, perché sa, innanzitutto, che “gay” è una falsa espressione che denota disprezzo, e, poi, perché non è l’attrazione che definisce una persona. Una persona è sempre molto più di tutto questo, grazie alla redenzione operata da Gesù Cristo che ci ha generati alla vita eterna”.

Concludendo, ci chiediamo con il Cardinale Muller: “Perché questo tema occupa i primi posti delle agende politiche dell’Occidente? Perché questa priorità da parte di tuti i governi, invece di preoccuparsi di tantissime persone senza lavoro né casa, della piaga della denatalità e dei diritti delle famiglie? Perché preoccuparsi di trasformare le nostre democrazie in sistemi totalitari, anziché di problemi seri che affliggono le nostre società”?

Forse, una risposta potrà darcela il Sig. Duca, unitamente alle scuse per aver diffamato delle persone oneste e perbene, con un’accusa ridicola e senza fondamento alcuno. Qualora, dimostrasse – prove alla mano – che nel nostro agire abbiamo commesso lo stesso errore, saremo pronti ad assumercene la responsabilità e a scusarci.

In attesa, ringraziamo il Cardinale Muller e la giornalista Costanza Miriano, che con la sua intervista ci ha aiutati a fare luce sulla falsa etichetta di omofobia appiccicata ad un Movimento politico serio e senza parzialità: Il Popolo della Famiglia.

IL COORDINATORE NAZIONALE

Nicola Di Matte


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