Niente più figli nell’inno, ma il solito establishment inglese e, in questo caso canadese, che vogliono imporci anche qui in Italia. È Nicola Di Matteo a parlare, e non con poca rabbia e ribrezzo, a poche ore dalla decisione da parte del Canada di aver epurato dal proprio inno nazionale tutte le parole maschili e soprattutto la terza strofa che faceva riferimento ai “figli” del Paese e al loro amore patriottico. “I figli non sono forse il sangue della Patria e il loro futuro? Non mi si accusi di essere misogino. Vedrete, a breve ci sarà qualcuno che vorrà cambiare l’incipit dell’inno di Mameli, del resto c’è chi già in passato voleva cambiarlo con un altro testo. Leggete il programma del Popolo della Famiglia, ascoltateci. Solo così capirete perché è necessario mettere una croce sul nostro simbolo il 4 marzo. Salviamo il nostro Paese” conclude Di Matteo.

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